martedì 29 dicembre 2015

Multa da 2000 a 4000 euro per chi riempie bombole di Gpl in Italia...



Ciociaria, riempiva bombole di gas per uso domestico a un distributore di Gpl

La Guardia di Finanza ha denunciato il gestore dell'impianto di carburanti e un suo collaboratore. Sequestrati 16.500 litri di gas. Maxi multa per il cliente

Ignaro del pericolo cui esponeva se stesso e i suoi familiari, un cinquantenne sorano, cliente di un distributore stradale compiacente, sito nel comune di Atina (Frosinone), effettuava il riempimento delle bombole di gas utilizzate comunemente nelle cucine domestiche.
LA DENUNCIA – I finanzieri del Gruppo di Cassino hanno denunciato all’Autorità Giudiziaria, in stato di libertà, un imprenditore, gestore di un impianto di distribuzione di carburanti di una nota compagnia petrolifera, ubicato nella periferia cittadina, e un suo collaboratore, in quanto pur esistendo un espresso divieto normativo, si erano dotati di raccordi realizzati artigianalmente per collegare l’erogatore del distributore di Gpl destinato alle autovetture alle bombole di gas domestico.
COLTI SUL FATTO – Le Fiamme Gialle, infatti, hanno sorpreso le persone denunciate mentre riempivano una bombola di gas per uso domestico di un cliente, con Gpl per uso autotrazione utilizzando raccordi appositamente modificati, incuranti dei rischi connessi alla possibile fuga di gas stante l’assenza della necessaria strumentazione per verificare lo stato di carica del contenitore nonché la sua tenuta, violando gravemente la normativa di prevenzione incendi.
IL SEQUESTRO – I due responsabili dell’impianto sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Cassino, mentre l’impianto di erogazione del Gpl, comprensivo della cisterna contenente 16.500 litri di gas, la bombola del cliente e 2 adattatori artigianali utilizzati per il travaso del prodotto, sono stati sequestrati e posti a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. I responsabili della violazione penale rischiano l’arresto da 6 mesi a 3 anni, mentre nei confronti del cliente è prevista una sanzione amministrativa da 2.000 euro a 4.000 euro.
È opportuno sottolineare che i contenitori di Gpl per uso domestico necessitano di essere riforniti presso impianti all’uopo autorizzati, dove vengono sottoposti a verifiche di sicurezza sulla tenuta del gas e a periodiche revisioni di collaudo, che assicurano gli utilizzatori contro gravi incidenti derivanti da scoppio o incendio per un errato utilizzo di tali tipologie di prodotti.
06/10/2015
Tratto da: http://www.cinquequotidiano.it/

giovedì 1 ottobre 2015

comunicazione importante

E' necessaria la sostituzione della tazza del filtro


Nell'ambito della sicurezza della qualità, Truma ha identificato un danno materiale delle finestre della tazza del filtro per gas. Ciò è dovuto ad una lavorazione errata da parte del fornitore primo. Il danno materiale potrebbe provocare una fuoriuscita incontrollata di gas nell'ambiente, attraverso il vano portabombole. Tutte le tazze del filtro a partire da gennaio 2012, presentano questa problematica.
Truma, in quanto produttore 'premium', fornisce prodotti affidabili e di altissima qualità. La sicurezza e il benessere dei nostri clienti hanno l'assoluta priorità. Per evitare qualunque possibile rischio, Truma ha deciso di sostituire con una nuova soluzione, tutte le tazze del filtro presenti sul mercato.
La probabilità che si verifichi un tale danno materiale è piuttosto bassa. Tuttavia, tutti i camperisti che hanno montato nel proprio veicolo un filtro per gas Truma devono osservare le seguenti misure precauzionali:
  • Mettere immediatamente fuori servizio l'impianto a gas
  • Contattare il proprio rivenditore o direttamente la Truma e richiedere le nuove tazze del filtro gratuite
  • Sostituire le vecchie tazze del filtro con quelle nuove
I clienti finali possono effettuare la sostituzione con facilità e velocemente anche da soli. Prima della sostituzione, è necessario chiudere l'alimentazione del gas. Dopodiché è possibile svitare la vecchia tazza del filtro (seguire la stessa procedura per la sostituzione della cartuccia filtrante) e infine avvitare quella nuova. Le nuove tazze del filtro possono essere ordinate nel seguente modo:
• Online: www.truma.com/new-gasfilter
• Presso tutti i rivenditori e partner d'assistenza: www.truma.com/dealersearch

venerdì 25 settembre 2015

Ducato o Master...questo è il dilemma!





 




Il Fiat Ducato, come tutti sanno, è la meccanica più usata come base per la costruzione degli autocaravan e, nello specifico, anche per i camper furgonati. Noi da anni (come Helix Camper) utilizziamo invece la meccanica Renault ma, ultimamente, abbiamo presentato anche degli allestimenti su base Ducato. La scelta di indirizzarci anche su quest’ultima è stata presa non tanto per accontentare i patiti di Fiat ma più che altro per poter sviluppare certi tipi di disposizioni che la volumetria interna del mezzo made in Italy favorisce.
Sovente ci è stato chiesta la differenza tra le due meccaniche e ultimamente anche sui social network che seguiamo sono sorte delle discussioni su questo argomento. Vorremmo quindi metter a disposizione la nostra piccola esperienza per descrivere quelli che noi riteniamo i pregi e i difetti dei due mezzi precisando che i nostri pareri non sono certamente condivisibili da tutti e tanto meno sono giudizi indiscutibili. Un parere insomma soggettivo nato dal nostro lavoro e dall’uso che facciamo e abbiamo fatto in modo intensivo dei mezzi che usiamo noi come camperisti.
Partiamo innanzitutto dalla parte meccanica intendendo per quest’ultima il mezzo in se che deve ospitare l’allestimento nella sua completezza.

-          Motorizzazione.

Prendendo in esame le motorizzazioni in cilindrata 2.3 (tralasciando quindi il 3.0 Fiat) abbiamo rilevato come nelle potenze 125/130 e 150 cavalli il Multijet di casa Fiat sia più piacevole da guidare, non tanto ai bassi regimi (con una sensazione di coppia forse superiore su Master) ma nella sua intera curva di utilizzazione. Il 2.3 Fiat ha un allungo superiore combinato a una buona elasticità che aiuta, ad esempio nelle salite autostradali, a mantenere la marcia inserita o ad allungare per poter inserire una marcia superiore. Nel Renault capita spesso di ritrovarsi con una marcia corta ma non riuscire ad allungare a sufficienza per inserire quella più lunga. Inoltre, salendo su strade montane, il Ducato consente una guida più briosa dove sul Master si sale si bene, ma con una guida più tranquilla lavorando sui bassi regimi e non sull’allungo. Tutte queste considerazioni non valgono per i nuovissimi motori Twin Turbo 2.3 da 135 e 165 cavalli del Master, che, proprio per la doppia turbina, sopperiscono alle mancanze del Single turbo ma con costi opzionali che consentono l’acquisto del 3.0 Ducato.
I consumi risultano molto simili in condizioni di utilizzo normali, con forse un lieve vantaggio (nell’ordine di 0.5 litri ogni 100 km) per il Master. Diverso il discorso in caso di guida “allegra”, specialmente in montagna, dove il Ducato risulta più assettato di almeno 1 litro ogni 100 km rispetto alla meccanica francese.
Dove, purtroppo, non c’è storia è nella rumorosità del motore. Il Master surclassa il Ducato in modo netto. La differenza non si può apprezzare se non si sono guidate ambedue le meccaniche. Il Ducato è indubbiamente meno rumoroso delle generazioni precedenti ma il Master permette viaggi in assoluto relax uditivo quando invece il Ducato, provata l’altra esperienza, ti mette quasi voglia di accendere l’autoradio. 

-          Confort di marcia.

Per quanto riguarda la rumorosità del motore abbiamo già espresso il nostro parere. Parliamo quindi del reparto sospensioni. Le versioni del Ducato sono due, la Light e la Heavy. In ambedue i casi abbiamo notato come le sospensioni abbiano dei problemi/difetti. Nella versione Heavy troviamo un adeguato comparto posteriore mentre le anteriori (con il mezzo allestito e carico pesante circa 33/34 q.li) registrano dei soventi fondocorsa estremamente fastidiosi sulle asperità secche prese senza le adeguate precauzioni (ad esempio quando le si scorge all’ultimo e si arriva in frenata, oppure in curva con il peso “coricato” dal lato della buca o del salto). Nella versione Light invece il reparto anteriore sembra comportarsi meglio mentre abbiamo  notato come le posteriori siano caricate (sempre con gli stessi pesi) troppo e risultino quasi a fondocorsa. Probabilmente questa differenza è dovuta, oltre alle differenze del ponte posteriore, anche all’assetto del mezzo, che nell’Heavy risulta con la parte posteriore decisamente più alta dell’anteriore con conseguente diversa distribuzione dei pesi in frenata o in situazioni di trasferimento di carico.
Su Master tutti questi problemi non esistono, perlomeno sulle versioni 35 q.li. Non abbiamo mai rilevato nessun fondocorsa e il mezzo risulta perfettamente in piano rispetto alla sede stradale. Anche la risposta sulle asperità è meno secca, migliorando il comfort e automaticamente favorendo la stabilità dell’allestimento nel tempo (meno scricchiolii).
Discorso diverso invece per la tenuta di strada. Il Ducato risulta “dondolare” meno sia nelle tortuose strade montane sia nei lunghi curvoni autostradali. Il Master tende (dopo  le prime migliaia di chilometri percorsi) a “coricarsi” di più, senza peraltro mai dare la sensazione di perdita di aderenza, ma invogliandoti comunque a sollevare un po’ il piede dall’acceleratore dove magari, con il Ducato , vien voglia di schiacciarlo ancora più a fondo perché tanto…”tiene bene”. Insomma, sul Renault, se scegli una guida un po’ allegra, pur avendo il nostro sedili ISRI parecchio anatomici, ti ritrovi a “navigare” con il corpo su un mare un po’ più agitato.
Ambedue comunque, non risentono (parliamo di furgonati) di particolari problemi nel sorpasso di mezzi pesanti o in caso di forte vento laterale. In questo si equivalgono.

-          Ergonomia dell’abitacolo.

Anche in questo caso abbiamo rilevato un notevole vantaggio in casa Renault. Il cruscotto del Master risulta pieno di vani e tasche ove riporre qualunque cosa. Il volante è piccolo e piacevolmente automobilistico (a qualcuno però potrebbe non andare a genio), la posizione di guida è comoda e non stanca neppure durante molte ore di guida, inoltre è centrata rispetto a volante e pedaliera. Un particolare: lo strapuntino della leva del cambio è più sporgente e, se può risultare un po’ fastidioso durante il passaggio dal sedile guida alla zona allestita, è invece molto comodo perché funge da appoggio alla gamba destra, quella per intenderci che usa l’acceleratore, molto utile durante i lunghi viaggi.
Il Ducato invece, nonostante il recente restyling (che purtroppo non ha toccato in modo particolare il cruscotto), ha una plancia con pochissimi vani e di quei pochi alcuni sono malamente sfruttabili. Il cassettino lato passeggero basso contiene a malapena il libretto del mezzo e poco altro. Quello superiore poco più che una lattina. L’unico degno di nota e quello centrale ma..lo sportello è diventato un optional (al posto, di serie, c’è un portabicchieri) e, per come costruito, con tasca sullo sportello invece che sul cruscotto, è soggetto a prender gioco richiedendo delle soventi regolazioni. A differenza del Master non c’è una tasca che segue tutta la parte alta del cruscotto rivolta verso il vetro ma solo il portacartine/documenti sollevabile, onestamente un po’ anacronistico, utile sicuramente ai corrieri ma che potrebbe magari essere sostituito, in opzione, con un portaoggetti. Le tasche sulle portiere sono due (contro le quattro del Master, una in opzione) delle quali una, la superiore, adatta solamente per oggetti piccoli. La portiera poi risulta con una buona parte di metallo scoperta, la dove il Master invece ha la scocca in plastica coprente. Altra cosa che personalmente trovo scomoda è il freno a mano sulla sinistra. Qui non troverò d’accordo molte persone che sosterranno che il freno a mano nel corridoio tra i due sedili è un fastidio per il passaggio. Non è più così. La posizione del freno a mano del Master non pone alcun problema essendo lo spazio tra i due sedili maggiore rispetto a Ducato. Per contro nel Ducato viene da chiedersi…e se, in caso di emergenza, il passeggero dovesse cercare di frenare il mezzo? Evento assai raro certo ma…..Inoltre, sovente, scendendo dal Ducato capita di agganciarsi al freno a mano con abiti o quant’altro.
Riguardo alla posizione di guida del Ducato abbiamo rilevato il disassamento verso destra rispetto a volante e pedaliera. Non è un problema quando si è fatta l’abitudine ma preferiamo la guida in asse (soprattutto del volante) del Master. Lo spazio tra i sedili anteriori, stante questo disassamento è inferiore rispetto a Master.
Per quanto riguarda gli accessori dell’abitacolo, sul Ducato si può pescare in un listino un po’ più nutrito rispetto al Master ma c’è da dire che alcune cose che in Renault risultano di serie (come il controllo di trazione) sul Fiat sono optional (traction plus). Inoltre alcuni accessori sono risultati più completi e ben posizionati sul Master. Un esempio: il cruise control su Master è comandato da pulsanti sul volante e, sullo schermetto digitale della strumentazione indica in numeri la velocità impostata. Su Ducato viene comandato da una leva a sinistra che, per chi non è abituato, può essere confusa con  quella delle frecce che è posizionata molto in alto rispetto alla maggior parte delle vetture (compreso Master) che ce l’hanno centrata. Inoltre non vi è indicazione alcuna della velocità impostata, bisogna quindi andare…a memoria.
L’infotaiment del Ducato è abbastanza retrò seppur molto semplice da usare e lo schermo ha un touchscreen veramente impossibile da usare in movimento (direte…quando viaggi non tocchi!...per la cronaca è impossibile anche per il passeggero). In compenso l’impianto audio è migliore rispetto al Master che ha un acustica peggiore e uno schermo, posizionato sulla cappelliera, impossibile da leggere con il sole alto in cielo (non parliamo poi di quando è frontale). All’opposto invece abbiamo preferito i comandi audio al volante del Ducato rispetto al satellite del Master.
Tra gli accessori che ci sono piaciuti nel Ducato (e che Master non propone) ci sono il volante e il pomolo del cambio in pelle, e la strumentazione di stampo motociclistico, così come gli inserti in finto alluminio nella plancia Techno. Altra chicca Fiat è la telecamera di retromarcia integrata nel cruscotto e posizionata in alto sui portelloni. Tutt’altra cosa rispetto a quella Renault posizionata rispettivamente nell’aletta parasole e sopra la targa.
Molto fastidioso nel Ducato l’impossibilità per chi ha le gambe lunghe di distenderle completamente dalla seduta passeggero e, nel Master, lo specchio basso del retrovisore esterno non regolabile (nel Ducato sono regolabili tutti elettricamente).
Ci sarebbero poi molti altri particolari che rendono differenti nel bene o nel male i due mezzi ma risultano essere solo dettagli. Qui ci siamo solo concentrati solo sulle cose che possono fare la differenza.
Un paio di appunti: l’estetica dell’ultimo Ducato risulta, a nostro parere, più accattivante del Master pur se con il distinguo del tetto extraalto (in lamiera tutt’uno con la carrozzeria sul Ducato, in vetroresina aggiunto sul Master) che sul mezzo Fiat è piuttosto infelice. Secondo; in riferimento ad alcuni particolari bisogna tener conto che il Ducato è pur sempre un mezzo nato nel 2006 mentre il Master ha visto i propri natali nel 2010.

Ora possiamo affrontare brevemente la disamina della conformazione della parte allestibile (sempre in riferimento ai furgonati) senza dilungarci troppo in particolari tecnici che possono non interessare.

Il Ducato viene declinato in 4 lunghezze, 3 passi e 3 altezze: C-M-L e XL rispettivamente 4963 passo 3000, 5413 passo 3450, 5998 passo 4035 e 6363 passo sempre 4035 per quanto riguarda le lunghezze, H1 – H2 e H3 rispettivamente 2254, 2524  e 2764 ( ecluso C e M solo per L e XL) per le altezze
Più o meno stessa cosa con il Master con 4 lunghezze, 3 passi e 3 altezze ma..cambiano le sigle e non solo: L1-L2-L3 e L4 rispettivamente 5048 passo 3182, 5548 passo 3682, 6198 passo 4332 (più un trazione posteriore ma con passo 3682), 6848 passo 4332 ma solo trazione posteriore, H1 - H2 – H3 rispettivamente 2307, 2499 e 2749 (escluso L1 ma su L2, L3 e L4) per le altezze.
Come si può vedere il Master è mediamente più lungo del Ducato paragonando le rispettive categorie, questo si traduce in passi a loro volta più lunghi, che, se non creano problemi sulle dimensioni corte e medie possono invece dare fastidio sulla dimensione dei 6 metri dove il Master è più lungo di 20 cm con un passo di addirittura 4.30 metri. In queste considerazioni tralasciamo volutamente la disamina del Master a trazione posteriore che, se può essere un plus per qualcuno, non ha particolarmente riscontro nei volumi di vendita per quanto riguarda l’allestimento.
Per quanto riguarda le altezze invece il Master ha la possibilità di avere il tetto extra alto anche sul passo medio, cosa che Ducato non prevede.
Detto tutto ciò possiamo trarre alcune conclusioni riguardanti l’allestibilità delle varie meccaniche.
Colmato il gap di una versione dedicata all’autocaravan da parte di Renault è indubbio che il Ducato possiede nel vano di carico il suo punto forte. Con un rapporto dimensione esterna/lunghezza vano di carico al top della categoria, con le pareti laterali che “chiudono” veramente poco e con i longheroni e le traverse che fanno da centina di spessore ridotto (con una larghezza utile da centina a centina di 185 cm nel punto più largo e fino a 193 cm raggiungibili sfruttando le parti non centinate ma comunque isolandole) il mezzo della Fiat è imbattibile.
Il Master invece risulta più lungo esternamente a parità (quasi) di misure interne. L’estrema curvatura delle pareti limita l’allestibilità nella parte alta e lo spessore delle centine (necessarie per la trazione posteriore), se da un lato lo rendono più robusto, limitano la larghezza interna tra centine a 175 cm (185 massimo nelle parti non centinate sfruttabili).
In conclusione riteniamo che sugli allestimenti che si sviluppano in lunghezza e fino al passo medio, il Master regga tranquillamente il confronto con il Ducato, con in più il vantaggio del tetto extraalto (su Ducato si può installare in after market ma partendo dal tetto basso avendo come controindicazione il portellone scorrevole basso che può dar fastidio nell’ingresso obbligando sempre a chinarsi) già dalla lunghezza di 5 metri e mezzo. Mentre sugli allestimenti trasversali come nel caso di letti in coda il mezzo Fiat risulta alla fine più confortevole e spazioso pur conservando una lunghezza esterna sotto i 6 metri con un passo ragionevole. Inoltre il Ducato ha al suo arco la freccia del 636 che, con il passo del 6 metri, aumenta lo spazio interno di ben 25 cm rispetto al Master 6.20 con passo da 4.30. Su Ducato poi esistono dei tetti extraalti after market (per Master no) anche per il passo corto (ma con le stesse controindicazioni sopra espresse oltre che al prezzo finale condizionato dall’installazione di tale accessorio).

E con questo abbiamo terminato.